Proteggere oceani e foreste per ridurre le emissioni e ripristinare il ciclo del carbonio: ecco come
Pubblicato da      21/09/2022     News
Proteggere oceani e foreste per ridurre le emissioni e ripristinare il ciclo del carbonio: ecco come

I tre step individuati da John Doerr per giungere a drastiche emissioni di CO2 entro il 2050.

Se vogliamo impedire che la Terra diventi inabitabile, dobbiamo stabilizzare il ciclo del carbonio. Gli alberi assorbono anidride carbonica e liberano ossigeno. Gli oceani e il suolo assorbono enormi quantità di carbonio e lo stesso vale per le rocce. 

Prima dell’era industriale, quando il ciclo naturale del carbonio era in equilibrio, l’atmosfera conteneva circa 280 parti per milione di anidride carbonica.

Poi l’umanità ha iniziato a bruciare carbone per ottenere calore, vapore ed elettricità. In seguito, abbiamo bruciato petrolio per i trasporti. In poco tempo, le nostre emissioni di CO2 sono state superiori a quelle che la Terra poteva assorbire e accumulare e la concentrazione del gas nell’atmosfera ha iniziato ad aumentare. 

Come possiamo risolvere questo problema?

Nel nuovo libro di John Doerr “Zero emissioni con Okr – il piano di azione per risolvere il cambiamento climatico” (con i contributi di Mary Barra, Jeff Bezos, Bill Gates e Al Gore) vengono delineati 10 obiettivi raggiungibili e monitorabili per ridurre drasticamente le emissioni di C02 in vari ambiti: dall’alimentazione e allevamento ai trasporti, dal rendere pulita l’industria alla rimozione del carbonio.

Circa la salvaguardia di oceani e foreste, Doerr parte dalla visione del biologo E.O. Wilson, definito l’erede naturale di Darwin: “Solo mettendo da parte, come riserva, metà o più del pianeta, possiamo salvare la parte vivente dell’ambiente e raggiungere la stabilizzazione necessaria per la nostra sopravvivenza”.

La proposta coraggiosa di Wilson proteggerebbe il 50 percento di tutti gli oceani, le foreste e le terre come mezzo per un fine importantissimo: normalizzare il ciclo del carbonio del pianeta. 

Quali sono, nel dettaglio, i tre passi da compiere per centrare l’obiettivo di protezione di oceani e foreste?
Per riportare in equilibrio, quindi, il ciclo del carbonio?

1) Raggiungere zero deforestazione netta. 

Questo punto richiede una drastica riduzione della deforestazione provocata dalle attività umane entro il 2030 e la messa a dimora di più alberi di quelli che tagliamo e bruciamo. Serviranno regolamenti più rigorosi, monitoraggi e certificazioni per essere sicuri che sul mercato arrivi solo legno sostenibile.

2) Eliminare la pesca a strascico nelle profondità del mare e proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030, il 50% entro il 2050.

Si deve porre fine alla devastazione dei mari. Le zone costiere, che sono l’habitat di immensi campi di vegetazione marina che assorbe carbonio, devono essere protette dall’inquinamento e da pratiche di pesca distruttive. I fondali oceanici sono coperti da strati di sedimenti marini, la più grande riserva di carbonio accumulato della Terra. In queste acque, le pratiche aggressive della pesca commerciale con quella a strascico (vengono trascinate sui fondali marini reti molto pesanti, poi sollevate con tutto quello che catturano) rilasciano nell’acqua marina anidride carbonica, una parte della quale finisce nell’atmosfera. Dobbiamo porre fine alla pesca a strascico di profondità e proteggere il 50 percento di tutti gli oceani entro il 2050. 

3) Estendere le terre protette dal 15% di oggi al 30% entro il 2030, al 50% entro il 2050.

Il terzo punto è volto a protegge, entro il 2030, il 30 percento di tutte le terre (dalle tundre e dalle calotte di ghiaccio alle praterie, alle torbiere e alle savane) e il 50 percento entro il 2050. È un obiettivo molto ambizioso, considerato che nel 2020 le terre protette erano solo il 15 percento.

Nel loro insieme, i tre obiettivi individuati da John Doerr porterebbero le emissioni di C02 dalle attuali 6 gigatonnellate e meno 1 gigatonnellata. Un risultato importante e prezioso ma, per raggiungerlo, c’è bisogno di azioni coraggiose da parte dei Governi, di innovazione e investimenti eroici nel settore privato e di iniziative filantropiche mirate. 

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