Stress da lavoro: 3 strategie per prevenire il burnout
Pubblicato da      29/08/2024
Stress da lavoro: 3 strategie per prevenire il burnout

Come riprendere il controllo sul tuo ambiente professionale e personale, così da prevenire il burnout? Lo stress da lavoro, infatti, è un nemico sempre in agguato, ma con i giusti consigli è possibile prevenirlo e vivere serenamente anche nel proprio contesto lavorativo. Ecco 5 strategie per riuscirci al meglio.

Abbandona il tuo ruolo abituale sul lavoro 

Ognuno di noi è portato, più o meno, a travestirsi. Per far fronte ai cambiamenti della nostra vita, per adattarci e proteggerci, interviene il riflesso darwiniano di modificare il nostro comportamento, arrivando, talvolta, a cambiare perfino la nostra stessa essenza! Tuttavia questa situazione può esaurirci, in quanto, per essere un’altra persona, dobbiamo fare appello a tutta la nostra immaginazione. Nel libro Comment traiter le burn-out? [“Come curare il burnout?”] (Delbrouck, 2011), il burn-out è descritto come “malattia del crollo della psiche”. Si manifesta quando le nostre reali capacità non trovano più corrispondenza in ciò che noi immaginiamo di poter fare: abbiamo pensato di essere un’altra persona, diversa da noi stessi. Per poter smettere di recitare una parte al lavoro, è necessario, in primo luogo, fare il punto della situazione.

A tal proposito, ti invitiamo e seguire le quattro tappe qui di seguito:

1) Distingui ciò che è “accettabile”, cioè i compromessi a cui sei disposto a scendere sul lavoro, da ciò che è “non-accettabile” e su cui non sei disposto a transigere.

 Per esempio: una volta ogni sei mesi accetto di essere l’animatore responsabile di una serata-spettacolo per i miei gruppi di lavoro che richiedono queste occasioni di coesione, anche se non desidererei altro che le mie serate tranquille. Al contrario, mi diventa sempre più difficile lavorare con dei clienti che non hanno alcun interesse alla componente umana nella loro politica (appunto) di risorse umane.

2) Chiediti se lasciare il tuo attuale lavoro migliorerà realmente le cose e servirà la/le causa/e che difendi. Per esempio, sono un avvocato ambientalista e lavoro per una compagnia petrolifera. Verso una parte dei miei proventi in partecipazioni associative. Se do le dimissioni, non potrò più sostenere queste associazioni ambientalistiche. Se non ti trovi in questa situazione, passa al punto successivo.

3) Cerca di riconciliare gradualmente la tua vera personalità con quella che ti sei creato per il lavoro. Porta il tuo “me” al lavoro attraverso piccoli ritocchi. Possono essere anche semplici dettagli, come l’arredamento dell’ufficio, uno sfondo personalizzato, ma anche (perché no) presentando una persona della tua vita privata, se ne senti il bisogno.

4) Se, al contrario, hai la sensazione di recitare una parte oramai immutabile e che uscirne metterebbe inevitabilmente in discussione la tua situazione professionale, allora non sei nel posto giusto. Fare un bilancio delle competenze potrà permetterti di riflettere su quelle che sono le tue qualità e le tue reali competenze, e come utilizzarle al meglio in un contesto lavorativo ad esse correlato.

Rivedi il tuo rapporto con il lavoro

Al di là della durata e dell’intensità del lavoro, l’esaurimento si nutre anche di una forma di solitudine, reale o percepita. La vita professionale di oggi è basata su un individualismo estremo: la competitività (tra marchi, tra gruppi di lavoro, tra individui nei gruppi), è la prima “regola maschile del potere”, come descrive l’Istituto Catalyst. Le procedure mirate a conciliare vita professionale e privata possono avere esiti eccellenti, ma sono anche causa di isolamento. Difficile confidarsi con colleghi con cui si lavora in rete, per esempio. Tutti gli interventi che mirano alla “produttività” senza prendere in considerazione l’elemento umano sono dannose, sia per la persona che per l’azienda (c’è sempre un effetto boomerang da pagare). Quando si è soli dinanzi a una spirale stressante, diventa prioritario uscire dall’isolamento e ritrovare il senso della collettività.

Eccoti qualche suggerimento per (ri)trovare il tuo team.

• Sei imprenditore:

– I club e le reti degli imprenditori organizzano incontri e corsi di formazione. Possono affrontare lo sviluppo economico ma anche personale, la prevenzione dello stress... Il CJD (Centro Giovani Dirigenti d’Impresa) organizza, per esempio, delle presentazioni mirate nel corso delle quali ogni giovane dirigente si confronta con l’idea che dà di sé. Un momento ideale per una presa di consapevolezza.

– L’associazione “100.000 Imprenditori” propone ai capi d’azienda di trasmettere ai liceali la spinta a creare. È un buon modo per creare rapporti sinceri e interessanti e vedere diversamente la propria attività presentandola a dei giovani sconosciuti.

• Sei quadro di una azienda o della pubblica amministrazione:

– Per renderti utile e avvicinarti agli altri, inizia a frequentare l’associazione NQT (I nostri quartieri hanno dei talenti), che propone ai quadri in carica il tutoraggio di giovani neo-diplomati provenienti da quartieri cosiddetti sensibili.

– La JCE (Giovane Camera dell’Economia) indirizza persone dinamiche verso a progetti rivolti al territorio.

– L’associazione “Mamma al lavoro” organizza regolarmente incontri, dibattiti e conferenze sul tema della conciliazione tra vita professionale e personale. Troverete le informazioni necessarie sul blog yahoo.mamantravaille.fr.

– Ovviamente, i sindacati di categoria (dei lavoratori ma anche delle aziende) permettono di ritrovare uno spirito collettivo e di protezione. Le varie CGT, FO, CGC, FDT hanno delle sedi in tutta la Francia. Attenzione, l’obiettivo di entrare in un club o mettersi in rete è diminuire il vostro stato di stress, non aumentarlo. Aderire comporta un investimento, anche a livello affettivo.

Rivedi il tuo equilibrio familiare

Genitori di figli in tenera età o adolescenti, di bambini in età scolare o di giovani adulti, genitori a carico, famiglia allargata, famiglia propria o del coniuge invadente o completamente assente... bisogna riconoscere che la famiglia intesa come “valore rifugio” talvolta rappresenta la causa del nostro esaurimento. Alla lunga, anche nella coppia (litigi, gelosie, infedeltà, mancanza di comunicazione, suddivisione dei compiti...), le tensioni possono esaurire. Ecco cinque tecniche pratiche che potranno aiutarti a ritrovare un equilibrio familiare più sereno in caso di stress e stanchezza:

1. Lascio perdere

Insomma, non c’è bisogno che io abbia sempre l’ultima parola su tutto! La mia famiglia non è mia nemica e non ho bisogno di vincere o di prevalere sugli altri. Azione: mi impegno a leggere J’arrête de râler sur mes enfants et mon conjoint [“Smetto di riprendere i miei figli e il mio coniuge”] di Christine Lewicki e Florence Leroy (2013).

2. Divento un seguace del CFHR (chi fa ha ragione)

Questa tecnica, illustrata da Ségolène nel libro Les 200 astuces de Maman travaille [“I 200 trucchi di Mamma al lavoro”] (Schiappa, 2013), parte dal principio che non si ha il diritto

di criticare un’azione che non è stata fatta da noi. Vostra moglie ha riempito male la lavastoviglie? Non la attaccate riprendendola con i vostri mugugni! CFHR! Questo evita che vi stressiate con battibecchi infiniti e permette di evitare dei conflitti!

Azione: cerco di dire CFHR senza innervosirmi ogni volta che qualcosa non è fatto come vorrei!

3. Preferisco la qualità alla quantità

Paradossalmente, si tratta di passare meno tempo insieme per passare un tempo migliore insieme, senza sopportarsi o pestarsi i piedi. Ma quando si è insieme, dedicarsi all’altro al 100%. Per esempio, si fa un gioco di società per un’ora intera senza fare altro, seguita o preceduta da un’ora di lavoro senza lasciarsi deconcentrare.

Azione: mi iscrivo a un’uscita, una serata, una cena...senza il resto della famiglia. Oppure, al contrario, programmo un momento in famiglia senza lavoro né elementi esterni disturbanti.

4. Suddivido i lavori domestici

Le coppie che litigano meno sulla suddivisione dei compiti domestici sono quelle che hanno trovato la loro complementarità: ognuno fa quello che l’altro non ama fare e viceversa.

Azione: individuo quello che detesto fare, quello che non mi disturba, e lo stesso faranno il mio coniuge e i bambini.

5. Rinuncio agli obiettivi irraggiungibili della famiglia ideale che esiste solo nella serie tv “La casa nella prateria”

Nessuna madre passa le sue giornate a infornare continuamente torte di mele e nessun padre trascorre le serate a suonare il violino indossando un pigiamino color salmone. E allora? Non è l’imperfezione che rende interessante una famiglia?

Questa breve guida fa parte di un programma più vasto che ti aiuterà ad allentare la pressione e a ritrovare il benessere. Se vuoi approfondire l’intero programma di 21 giorni, ti suggeriamo il volume “Smetto di esaurirmi” di Marlène Schiappa e Cédric Bruguière. Il successo passa innanzitutto dalla salute. Ti abbiamo convinto?

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