Praticare gentilezza per espandere crescita e benessere in azienda
Pubblicato da      01/09/2022
Praticare gentilezza per espandere crescita e benessere in azienda

Simona Santiani, da oggi in libreria con “L’energia che ci muove”, spiega come utilizzare la nostra energia per migliorare i contesti lavorativi, il benessere del team di lavoro e delle aziende.

Molti di noi, soprattutto in questo periodo, pensano che il mondo sia un posto poco accogliente, talvolta anche crudele.
Siamo stati abituati a credere che si salverà il più aggressivo, il più competitivo, il migliore.
Più raro è trovare chi si affida alla forza della gentilezza.

Eppure la scienza ne ha più volte confermato l’importanza, soprattutto nei momenti critici.

Le nostre menti, però, non sono automaticamente programmate per essere gentili – spiega Simona Santiani, da oggi in libreria con il suo nuovo lavoro “L’energia che ci muove” - La gentilezza va scelta, allenata e messa in pratica” sradicando vecchi schemi di comportamento e modificando soprattutto le parole che usiamo per descrivere noi e gli altri. 

Il modello del più forte

Già nei banchi di scuola ci hanno insegnato ad essere competitivi. Sul lungo periodo la competitività nutre l’ansia e provoca stress. “A subirne i danni maggiori sono le relazioni interpersonali – spiega Santiani - è difficile instaurare un rapporto equilibrato e costruttivo se alla base manca la gentilezza, il desiderio di ascolto e di prendersi cura dell’altro”. 

Un buon rapporto tra colleghi, la capacità di condividere informazioni, pareri, idee e suggerimenti e la consapevolezza di far parte di una realtà coesa, creano sinergie produttive e propositive che sostengono il singolo, e l’azienda, in ogni momento della vita.

La forza della gentilezza e il senso di appartenenza

L’idea di “appartenenza” indica il sentirsi accettati in un gruppo, in assenza di giudizio e in riconoscimento di ruolo. È fondata sul riconoscimento di un insieme di valori che creano legame di unione tra i vari individui, che sono soggetti al bisogno di riconoscersi all’interno di una rete di relazioni che li supportano e li fanno sentire riconosciuti.

In quest’ottica, riconnettendo alle nuove dinamiche di relazione e di comunità all’interno dell’ambiente lavorativo, la forza della gentilezza può fare la differenza diventando un modo per affrontare la vita e le sfide attraverso la capacità di connettersi con gli altri e di partecipare al benessere della comunità in atteggiamento propositivo.

Essere gentili non significa solo essere educati.

La gentilezza è una forma pensiero che si manifesta con azioni creative e costruttive a discapito della “distruzione” dei pensieri e delle azioni.

Sottende alla capacità di accettazione dell’altro, all’accoglienza e alla continua ricerca dell’insegnamento racchiuso in ogni momento della nostra vita e delle nostre sfide lavorative.

Ma come possiamo esprimere la gentilezza sul posto di lavoro?

Secondo la psicologa Nicoletta Cinotti la gentilezza in sé non richiede tempo, bensì

  1. comprensione della diversità (ognuno di noi è diverso e non bisogna mai dare nulla per scontato)
  2. attenzione per le piccole cose
  3. portare a termine gli impegni presi
  4. chiarire le aspettative
  5. essere coerenti
  6. capacità di chiedere scusa. 

Chi accetta, e di contro chi si sente accettato, si predispone alle situazioni in modo positivo, favorevole, migliorativo. Non solo nel momento.

I nostri comportamenti lasciano vedere la nostra gentilezza

La nostra andatura, il modo in cui ci muoviamo, gesticoliamo, raccontano della nostra persona e dei nostri pensieri.

Una posizione gentile è una posizione leggera. Le persone la riconosceranno. Riconosceranno la luce del volto o la nube del momento.

Per esempio: cosa succede nel tuo corpo quando entri in relazione con un punto di vista diverso dal tuo? O quando entri in una riunione dove le proposte che emergono vanno in una direzione diversa da quella che vorresti?

Essere consapevoli dei nostri atteggiamenti ci rende più forti perché ci rende consapevoli delle nostre reazioni e dell’interazione del nostro corpo nello spazio.

La forza della gentilezza e le parole

“Le parole sono un suono generativo: sono vibrazioni di energia e creano malessere o benessere personale, e aziendale, a seconda delle frequenze con le quali sono connesse – continua l’autrice - Prova a far caso a quali sono gli aggettivi che usi più frequentemente per definire quel collega o quella situazione. Ricorda che ogni manifestazione crea energia e che ogni concetto ha possibilità di essere espresso in forma attiva o passiva”. 

“Hai sbagliato”

“Non mi piace” 

creano energie e sinergie differenti da 

“Avevo inteso diversamente” 

“Credo ci sia da lavorare ancora per raggiungere il risultato desiderato”.

La stessa considerazione va fatta per le parole e i pensieri che rivolgiamo verso noi stessi: è utile modificare il linguaggio interno che viene utilizzato per descrivere l’emozione che stiamo vivendo.

Vuoi saperne di più? Trovi approfondimenti e tanti altri spunti per migliorare la tua energia, in azienda come nella vita privata, nel libro di Simona Santiani “L’energia che ci muove – Aumentare benessere e produttività in azienda con il metodo Energyogant”. Il metodo Energyogant è un metodo concreto e misurabile che punta al miglioramento e al sostegno dell’energia personale anche nei momenti di alto impatto lavorativo. 

È suddiviso in 4 macro aree all’interno delle quali vengono forniti strumenti e feedback per sviluppare energia, creatività, concentrazione e vitalità nel singolo, migliorando il benessere organizzativo.

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