O Cafè

Storia, Personaggi, Costume, Piacevolezze

Definire il caffè non è cosa facile, nel testo si ricorre ad una perifrasi: “è un dono divino che arricchisce la vita dell’Uomo”. O CAFÈ è un lavoro poliedrico o, se si vuole, un atto d’amore, un’elegia a un dono, il caffè, che condivide con ognuno di Noi sia il quotidiano sia il metafisico. Del caffè sono riportati tutti gli aspetti, finanche i più intimi, con una prosa che più volte sconfina nella poesia.

Con rigore viene “raccontata” la storia della Coffea Arabica, con indagini da attento “historiarum scriptor”, infatti ne segue la storia dalla Etiopia del 2000 a.C. sino al XVII secolo, quando il caffè ufficialmente entrerà avventurosamente in Occidente. Ne sono accuratamente descritte le sue caratteristiche botaniche e le virtù farmacologiche ma anche i limiti da osservare. Veramente coinvolgente è quando si fa riferimento copioso ai Caffè di antica tradizione: la citazione puntuale e dettagliata di questi luoghi che, spesso, hanno attraversato la storia, sprona a visitarli e a frequentarli, si! Perché all’interno si respira arte, eleganza, signorilità e si gusta, a tutt’oggi, un buon caffè.

Come è possibile andare a Napoli o a Venezia senza gustare “il negro infuso” al Gambrinus o al Florian? Sarebbe un atto di crudeltà, verso sé stessi. Particolarmente suggestiva è la lettura della descrizione dei costumi per sorbire un caffè, dall’Etiopia alla Turchia, dove si pratica, questa è la vera fonte per onorare il caffè, un’arte incredibile: la “Caffeomanzia” per scrutare il futuro nei propri fondi del caffè.

Poi si prosegue nello scrutare la “madre” Grecia, l’Italia e, per ultimo, il vissuto dello stesso autore in tre continenti: Africa, Europa, America. Con la particolare attenzione di Storico, e con amore, si racconta di Napoli dove “O Cafè” non si beve ma si vive con eleganza, poiché ci rende partecipi di una vita sognata.